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  • Writer's pictureMike

Doping me softly with this song

Molte antichissime culture sul nostro pianeta ritengono che l’universo sia stato generato da un suono, una vibrazione primordiale che ha dato via a tutto ciò che esiste.

Senza spingerci così a fondo nella metafisica, è la stessa fisica quantistica moderna che ci parla anch’essa di “stringhe” vibranti all’origine della materia.

Ma quanto è importante e quanto influenza la nostra vita il suono e, quindi, anche la musica?

Direi davvero tanto, così tanto da spingere scienziati e studiosi di tutto il mondo a studiare gli effetti della musica sul cervello umano.

Una delle ricerche più famose è “Life Soundtracks: The uses of music in everyday life” (2007) in cui il dottor Daniel J. Levitin della McGill University di Montreal in Canada arriva a dimostrare che la musica attiva praticamente ogni area del cervello mappata fino ad oggi.

MUSICA E DOPING, ESISTE UNA RELAZIONE?

Nella ricerca precedentemente citata il dottor Levitin dimostra anche che la musica può variare:

  • Frequenza cardiaca

  • Respirazione

  • Pressione sanguigna

  • Volume delle pulsazioni sanguigne

  • Onde cerebrali

  • Resistenza galvanica della pelle

  • Livelli delle catecolamine e dei neurotrasmettitori (dopamina, adrenalina, norepinefrina e serotonina)


Questo spiega bene come mai dal 2007 alla maratona di New York (il cui esempio è stato seguito da altre gare nel mondo) è vietato ascoltare musica in cuffia durante la gara, considerata, alla stregua del doping, in grado di alterare le prestazioni degli atleti.

Isolandosi dall’esterno ed ascoltando il ritmo delle proprie canzoni, i corridori impostano probabilmente in modo istintivo un’andatura costante, il gesto viene ottimizzato, il corpo è più rilassato e consuma anche meno calorie.

Questo dà all’atleta un vantaggio nei confronti di chi corre senza l’ausilio di un lettore musicale e una cuffietta.

OK LA CORSA MA...VALE PER TUTTI GLI SPORT?

Direi proprio di sì.

Se gli effetti sono quelli descritti dalla ricerca di Levitin, le variazioni della chimica cerebrale possono essere indirizzate e modulate verso l’obiettivo che ci siamo posti, che sia correre per 40 km, fare un wod di crossfit o una lezione di Zumba.

Naturalmente sceglieremo la musica in base all’attività e al ritmo che dovremmo tenere, utilizzare una playlist intorno ai 240 bpm (battiti al minuto) per una maratona probabilmente non è la scelta migliore, come non lo è utilizzare un mix di smooth jazz per una sessione di allenamento funzionale.

Rock, dubstep, musica elettronica, hip hop, sono alcuni dei generi più utilizzati dagli atleti di ogni sport e disciplina.

QUINDI BASTA SCEGLIERE UN GENERE CHE VA BENE PER TUTTI ED IL GIOCO E’ FATTO?

Non è sufficiente, purtroppo ( o per fortuna) creare uno standard musicale che vada bene per tutti, ed il motivo è molto semplice: siamo tutti diversi ed abbiamo background, gusti e risposte differenti agli stimoli, compresi quelli uditivi.

Diverse ricerche, d’altronde, confermano questa teoria. Se facciamo ascoltare oggi un pezzo metal-core ad una persona di 80 anni, molto probabilmente il suo unico desiderio dopo pochi secondi sarà che tutto finisca il più presto possibile. Lo percepirà come un fastidio, diversamente magari da un genere musicale a cui è più abituato, qualcosa che il suo cervello interpreta come familiare.

Viceversa, un ragazzo di 16 anni ascoltando la musica più “datata” potrebbe ugualmente percepirla come fastidiosa.

La soggettività nella percezione del suono, a livello generale, ci impone la personalizzazione dei brani che utilizzeremo per il nostro workout, la nostra corsa, la nostra uscita in mountain bike, etc.

IN CONCLUSIONE...MUSICA E ALLENAMENTO SONO UN BINOMIO POSITIVO?

Abbiamo visto come la musica che ascoltiamo modifica i parametri più importanti dell’allenamento, dal respiro alla pulsazione cardiaca ai neurotrasmettitori.

Molto probabilmente, come si sta dimostrando anche in tempi recenti, la musica attiva anche quei centri cerebrali e quelle sostanze che ci fanno rilassare e sentire più felici (endorfine), cosa che d’altra parte fa anche l’esercizio fisico e lo sport.

Musica e sport si completano e si compenetrano, creando una sorta di medicina naturale che ci fa stare decisamente bene.

Quindi, a meno che non dobbiate gareggiare alla prossima maratona di New York, usare la musica durante l’attività fisica vi farà bene, e magari vi darà l’energia per finire quell’ultimo, faticosissimo kilometro.


Music was my first love…;-)


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